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“In quasi mezzo secolo di carriera ho dipinto fumetti e puntini per soli due anni. Possibile che nessuno si sia mai accorto che ho fatto altro?” (Roy Lichtenstein)
Se si pensa a Roy Lichtenstein vengono subito in mente le sue opere di ispirazione fumettistica, i suoi lavori più “comics” fatti di azione, colori e parole onomatopeiche.
E nell’immaginario comune è così, ed è inevitabile per un “non addetto ai lavori” pensare a quella fase della sua carriera, probabilmente la più famosa, la più inflazionata e quella che ha maggiormente influito sulla cultura di massa.
Ma ciò che ci si trova davanti visitando la mostra “ROY LICHTENSTEIN – MULTIPLE VISIONS” al MUDEC – Museo delle Culture di Milano è un percorso che racconta l’artista Lichtenstein dai suoi esordi, dove raccontava la sua visione della storia americana, arrivando alle più famose opere della Pop Art.
Le sue fonti d’ispirazione, da Picasso, Matisse, fino ad arrivare alle sue visioni più astratte, all’ arte orientale e ovviamente ai fumenti.
Lichtenstein è un artista senza mezze misure, deciso, preciso e visionario tutte caratteristiche ben visibili nelle circa 100 opere esposte.
Il percorso si snoda in diverse aree tematiche, ripercorrendo la sua arte attraverso una panoramica sui diversi temi trattati.
Si parte dalle sue prime opere dedicate alla sua visione della storia americana dove attraverso i suoi occhi ci mostra scene di vita quotidiana dei nativi e dei simboli della cultura americana con un tratto di chiara ispirazione “Picassiana”.
Passando poi per le sue opere dedicate allo “Still Life” dove racconta scene di vita quotidiana, dal cibo agli arredi di uso comune. La sensazione che si ha è quella di vedere il mondo letteralmente attraverso gli occhi dell’artista.
Arrivando ai suoi lavori più famosi dedicati ai fumetti, dove con semplici tratti decisi e precisi riesce a raccontare le diverse scene, creando empatia con lo spettatore che osserva l’opera.
Sono gli anni ’60 e Lichtenstein capisce l’importanza della comunicazione visiva nella cultura di massa, per questo le opere di quel periodo hanno una grande influenza nella comunicazione pubblicitaria, ben visibile ancora oggi.
“Tento di rendere definito un gesto indefinito e impulsivo come una pennellata”.
-Roy Lichtenstein
Fino a qui il percorso di visita ci ha mostrato il Roy Lichtenstein più conosciuto che tutti riconoscono. Ma da questo punto in avanti possiamo ammirare una serie di opere incredibili dove l’artista sembra abbandonare le sue regole, senza mai abbandonarle sul serio. Non solo nei dipinti ma anche nelle sculture.
Parliamo della serie Perfect/Imperfect dove l’artista ci mostra la sua interpretazione di immagini astratte, un omaggio agli artisti astrattisti del passato.
Proseguendo con Brushtrokes, dove protagoniste dei suoi quadri e sculture sono le pennellate e il tentativo, come dichiarato dall’artista, di “rendere definito un gesto indefinito e impulsivo come una pennellata”.
Per terminare il nostro percorso di visita con la serie Chinese Landscape in cui Lichtenstein rende omaggio alla pittura cinese tradizionale.
La mostra è un viaggio attraverso i decenni di lavoro di Roy Lichtenstein dove ogni forma, colore, abbinamento vengono studiati, elaborati, modificati fino a che non raggiungono l’esatta visione dell’artista. Questo lavoro quasi “maniacale” rende le opere di Roy Lichtenstein uniche nel suo genere.
Ha ridefinito il concetto di studio, di tecnica xilografica, utilizzo degli strumenti e degli elementi grafici e di arte, diventando uno dei più grandi mastri della Pop Art e del ventesimo secolo.
“ROY LICHTENSTEIN – MULTIPLE VISIONS” è in mostra al MUDEC – Museo delle Culture di Milano fino all’8 di settembre.